Una seduta di veli. Per una leggerezza impalpabile. E' la Cabbage Chair, ovvero la "sedia cavolo", anche se il nome non rende giustizia alla sua poesia di carta.
Costituita da tanti fogli di carta, per realizzarla si sfoglia, come un cavolo.
Ma è molto di più. E' delicatezza, è immaterialità, è poesia.
Fatta con gli elementi di scarto delle industrie giapponesi, questa originale e raffinata seduta viene consegnata nella sua forma embrionale, ovvero un cilindro, e poi modellata a piacimento.
Angelica ed eterea nella versione total white, nelle varianti noir o bicolor sembra assumere la foggia di un pastore bergamasco, dove nonostante lo sguardo accigliato sotto tutti quei trucioli e riccioli, non manca di trasparire tutta la sua ingobrante simpatia.
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