Una domenica di inizio estate. Un lungo pomeriggio, rilassato e stanco, trascorso in piscina. Schiamazzi ed urla di divertimento. E lei, ad osservare il popolo di bagnanti che sembrano nemmeno vederla, ne coglie l'assoluta immobilità e fragilità. Gli scatti fotografici di Karine Laval.
Bianco iridescente. Abbagliante. Sovraesposizioni di luci. Il colore cristallino dell'acqua si rispecchia nel bianco calce dei trampolini. In un'atmosfera quasi lunare, il tempo sembra essersi fermato. Gli ospiti della piscina sono colti in uno statico dinamismo, catturati in un divertimento che appare agli occhi della fotografa francese, effimero e caduco.
Corpi scattanti di giovani contrapposti a quelli grinzosi e lenti di anziani, come a voler rappresentare il perpetuo avvicendarsi della vita. Su è giù per le scale della piscina. E il salto dal trampolino
è un buttarsi nel vuoto, un urlo che infrange il silenzio. Nella luce abbagliante, nel silenzio assordante.
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